Tre medici internisti nicaraguensi tornano a Leon dopo 4 mesi in Aoup: hanno imparato a fare ecografia renale, dialisi peritoneale, emodialisi e trattamento di pazienti in pre-dialisi

Torneranno in Nicaragua fra pochi giorni, dopo quattro mesi di formazione in ospedale a Pisa, nell’Unità operativa di Nefrologia e trapianti dell’Aoup diretta dal professore Vincenzo Panichi, e nell’Azienda Usl Toscana nord ovest sotto il tutoraggio del dottor Roberto Bigazzi, nefrologo referente per questo progetto. Sono tre medici internisti, i dottori Yader Vicente Vanegas Carvajal, Jorge Antonio Martìnez Amaya e Gilbert Magdiel Blandon Torrez, venuti a maggio in Toscana per imparare a effettuare procedure di competenza dei nefrologi (ecografia renale, dialisi peritoneale, emodialisi e trattamento del paziente in pre-dialisi), vista l’esiguità di specialisti in tutto il Nicaragua (solo 5 in tutto il Paese) e soprattutto per la necessità di fare squadra, in un contesto di numeri drammatici. Infatti, in molti municipi dei dipartimenti di León, Chinandega e Rivas, dove il clima è più caldo e secco, la prevalenza di insufficienza renale nella popolazione generale arriva al 30% e la malattia rappresenta la prima causa di morte.
Il progetto, dal titolo: “NicarAgua: qualità dell’acqua e promozione della salute” (capofila il Comune di Livorno) è stato finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e cofinanziato dalla Regione Toscana. Ha visto come capofila l’Usl Toscana nord ovest  nella persona del dottor Andrea Grillo, responsabile del progetto e referente aziendale della cooperazione sanitaria internazionale, ed è promosso insieme alla dottoressa Mojgan Azadegan, referente aziendale della cooperazione in Aoup.
“La loro grandezza – ha raccontato il dottor Bigazzi nell’incontro con la direttrice generale dell’Aoup Silvia Briani – è che questi medici riescono a fare tanto con pochissime risorse a disposizione. Adesso che hanno imparato a creare le fistole per l’emodialisi, quando torneranno in sede potranno trattare numerosi pazienti in attesa con cateteri temporanei”.
Un quadro difficile quello sanitario in Nicaragua, comune anche ad altri Paesi del Centro America dove si è osservato, negli ultimi trent’anni, un incremento preoccupante dell’insufficienza renale cronica da causa ignota, presumibilmente ambientale. E infatti il progetto aveva come obiettivo il miglioramento della disponibilità di acqua potabile in alcuni dipartimenti del Nicaragua, dove l’accesso alla risorsa idrica è garantito solo in parte, con conseguente diffusione di varie malattie, fra cui l’insufficienza renale, derivanti dalla contaminazione batterica dell’acqua. Anzi, nei casi presenti di questa patologia denominata “nefropatia mesoamericana” (MeN), in maggioranza maschi giovani e lavoratori agricoli, la progressione verso gli stadi più avanzati di malattia è molto rapida e senza correlazione con ipertensione o diabete. Si sta pertanto cercando di indagarne le cause (disidratazione, inquinamento delle falde acquifere per la natura vulcanica del suolo o per gli insediamenti produttivi, abuso di antidolorifici fans o di bevande gassate e zuccherate).
Il progetto è stato completato quasi interamente. Ora – come ha spiegato Grillo - si spera di intercettare altri finanziamenti e di portare in Toscana altri medici a effettuare lo stesso percorso di tutoraggio.

(pubblicato da Emanuela del Mauro - Pisa, 11 agosto 2023)

(nella foto, da sx Mojgan Azadegan, Gilbert Magdiel Blandon Torrez, Roberto Bigazzi, Vincenzo Panichi, Silvia briani, Andrea Grillo, Yader Vicente Vanegas Carvajal, Jorge Antonio Martinez Amaya)