Nanotecnologie e perfusione d'organo: in Toscana si scrive il futuro dei trapianti
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- Ultima modifica: Martedì, 11 Febbraio 2020 13:42
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Per la prima volta una ricerca interamente toscana ha sviluppato una nuova strategia per minimizzare il danno ossidativo a cui vanno incontro gli organi dopo il prelievo, creando i presupposti per una sostanziale rivoluzione sul futuro dei trapianti d’organo. Infatti è stata realizzata un’innovativa procedura di conservazione di un fegato umano che gli consente di restare perfettamente vitale a 37°C fuori dal corpo e, contemporaneamente, di sottoporlo a un trattamento antiossidante con nanoparticelle, al fine di mantenerlo in ottime condizioni fisiologiche più a lungo di quanto accada con le attuali procedure. Questa sapiente combinazione di perfusione d’organo ex-situ e nanotecnologie apre nuovi scenari in quanto, con l’aiuto delle nanoparticelle – particelle di natura organica o inorganica delle dimensioni dell’ordine di un miliardesimo di metro utili per la somministrazione di farmaci o materiale genetico, nelle cellule bersaglio - si potrà aumentare il numero e la qualità degli organi disponibili per i trapianti. Questo studio innovativo, ancora in fase pre-clinica, si colloca nell’ambito del progetto “Liver Transplant Hub”, finanziato dalla Regione Toscana attraverso l’Ott-Organizzazione toscana trapianti (diretta dal dottor Adriano Peris), finalizzato a studiare le potenzialità della perfusione normotermica del fegato.
Sla, attivato in Aoup il gruppo operativo multidisciplinare: work in progress
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- Ultima modifica: Lunedì, 17 Febbraio 2020 10:18
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L’Aoup fa quadrato sulla Sla-Sclerosi laterale amiotrofica, la forma più temibile fra le malattie neurodegenerative, strutturando una serie di percorsi diagnostico assistenziali, integrati in tappe progressive e incontri multidisciplinari finalizzati alla presa in carico globale di questi pazienti, incluso il coinvolgimento dei familiari.
La gestione del paziente affetto da Sla è infatti molto complessa, considerata anche l’inevitabile progressione della patologia nelle sue manifestazioni motorie, relazionali e di sussistenza alla persona. Questo drammatico e talvolta rapido quadro evolutivo richiede pertanto continui mutamenti nei mezzi e modi di intervento, che devono adattarsi e commisurarsi alle necessità del paziente e alle conseguenti criticità cliniche nei diversi ambiti coinvolti, neurologici e non.
Nelle prime fasi di malattia, il “case manager” è rappresentato dal neurologo, che si fa carico del percorso individuale di diagnosi e cura della persona malata, accompagnandola per tutta la durata della malattia e attivando il team multidisciplinare che la seguirà nelle varie tappe di progressione. A giudizio del neurologo, viene quindi coinvolto lo pneumologo per la valutazione e presa in carico dell’”impegno” respiratorio (in ambiente ambulatoriale dedicato dell’Unità operativa di Pneumologia). Per le fasi avanzate della malattia, entra in gioco il Pdta-Percorso diagnostico terapeutico assistenziale, di cui è responsabile lo pneumologo, il dottor Luciano Gabbrielli e che è attivo in Aoup dal 2014.
Infezioni intestinali da "Clostridium difficile": Aoup accreditata in Toscana per il trapianto di microbiota fecale umano
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- Ultima modifica: Martedì, 28 Gennaio 2020 11:24
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Per combattere le infezioni da Clostridium difficile a Pisa oggi c’è un’arma in più: il trapianto di feci. L’Aoup è stata infatti accreditata dal Centro nazionale trapianti come ospedale ad alta specializzazione, in possesso dei requisiti tecnico-organizzativi richiesti per poter partecipare al programma nazionale sul trapianto di microbiota fecale umano (FMT), una procedura mini-invasiva i cui effetti benefici nell’eradicazione di questo germe patogeno sono dimostrati in letteratura scientifica nei casi di recidiva.
Oggi le infezioni da Clostridium difficile sono fra le maggiori problematiche in materia di resistenza antibiotica, specie in ambiente ospedaliero. In questi casi il trasferimento di materia fecale contenente microbiota intestinale da un donatore sano a un paziente con alterazione del suo microbiota consente di ripristinare una flora batterica equilibrata (diversità filogenetica), ricreando quindi il microbiota di un individuo sano. Negli ultimi anni questa terapia, dopo una serie di studi clinici, è entrata nell’era della medicina basata sull’evidenza, con tassi di guarigione che arrivano anche al 100%, pur non disponendo ancora di studi prospettici relativi all’influenza, sul lungo periodo, del microbiota donato sulla fisiologia dell’ospite.
Cancro al polmone, Ispro in prima fila nella prevenzione. Anche l'Aoup nel progetto pilota
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- Ultima modifica: Lunedì, 20 Gennaio 2020 14:05
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L'Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica) coordinerà il progetto pilota di un programma di screening per il tumore polmonare integrato con la cessazione del fumo, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della salute, che coinvolgerà quattro Regioni (oltre alla Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia). Il primo incontro si terrà domani, martedì 21 gennaio, nella sede di Ispro.
Il cancro del polmone rappresenta oggi il “big killer”, essendo responsabile del maggior numero di morti per tumore in Italia e nel mondo. Nel 2019 sono stati diagnosticati in Italia 42.500 nuovi casi di tumore polmonare e la sopravvivenza a 5 anni rimane da tempo a valori massimi del 17% (Dati Airtum, Associazione italiana registri tumori). Il fattore di rischio di gran lunga prevalente per il tumore polmonare è il fumo di sigaretta. E’ dimostrato che la cessazione del fumo riduce il rischio di questa grave malattia e pertanto qualsiasi misura di prevenzione non può prescindere da un collegamento ad un tentativo di cessazione dell’abitudine al tabacco.
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