Gli individui portatori di gruppo sanguigno “0” sembrano essere meno suscettibili all’infezione da Covid-19. Lo dimostra uno studio pisano recentemente premiato al XX congresso della Società italiana di emaferesi e manipolazione cellulare (SIdEM) tenutosi a Rimini. A ritirare il premio, come miglior lavoro scientifico nella categoria "giovani ricercatori", la dottoressa Antonella Marvelli (foto), medico specialista in Patologia clinica e biochimica clinica, in servizio nell’Unità operativa di Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti dell’Aoup. La ricerca, dal titolo “Le agglutinine alfa nell’infezione da SARS-CoV-2”, è stata presentata in collaborazione con le dottoresse Maria Bortoli e Alessandra Zucca, in servizio nella stessa struttura.

Lo studio ha analizzato il comportamento delle agglutinine alfa in 140 individui di gruppo O, suddivisi in: pazienti affetti da COVID-19 in fase attiva di malattia, pazienti convalescenti da COVID-19 arruolati come donatori di plasma e individui vaccinati per SARS-CoV-2.
I risultati hanno dimostrato che gli  individui di gruppo O con titoli elevati di IgG anti-A hanno una minore suscettibilità all’infezione, confermando l’ipotesi che le isoagglutinine alfa, esprimendo competenza anche per gli antigeni virali, possano limitare l’azione del virus SARS-CoV-2 e realizzare quindi un ruolo protettivo nei confronti della malattia.
Un riconoscimento che premia il lavoro di gruppo dei medici, dei biologi, dei tecnici e degli infermieri della struttura diretta dal dottor Alessandro Mazzoni.

(pubblicato da Emanuela del Mauro, 10 novembre 2021)