"Nella vita ho incontrato pochi geni e uno di loro era Nijinsky. Ha incantato, era divino, la sua misteriosa oscurità sembrava provenire da altri mondi. Ogni suo movimento era poesia, ogni salto una fuga verso la terra della fantasia". È con le parole di Charlie Chaplin che la professoressa Liliana Dell’Osso (foto a sinistra), direttore dell'Unità operativa di Psichiatria dell'Aoup introduce il protagonista del suo ultimo saggio: "Il corpo geniale. Nijinsky: percorso artistico e traiettoria di malattia mentale", scritto in collaborazione con la psichiatra Daniela Toschi (foto a destra). Attraverso un’analisi psicopatologica che si avvale di un modello diagnostico innovativo, già applicato in precedenti autopsie psicologiche (Marilyn Monroe, Hedy Lamarr, Coco Chanel, Edvard Munch), viene preso in esame uno dei più noti casi clinici della storia della psichiatria.
Vaslav Nijinsky (1889-1950), l’étoile dei Balletti Russi, icona universale della danza, come caso paradigmatico in cui un disturbo autistico sostenne da un lato un successo planetario, plasmato da un modello antropologico originale e irripetibile, e dall’altro una catastrofe personale, rappresentata da una malattia mentale cronica: un dramma, come fu detto già all’epoca, che “commosse gran parte del mondo civile”. Bambino prodigio, ballerino ineguagliabile e coreografo geniale che anticipò il balletto moderno ed espresse, in personaggi come Petrouchka, il Fauno e l’Eletta, “universali” della condizione umana: questo fu Nijinsky nei primi trent’anni della sua vita. Nei successivi trenta, per una sorta di legge del contrappasso, fu catatonico e la sua vita si intrecciò con il mondo della psichiatria pionieristica del primo novecento.
Molti personaggi geniali hanno sofferto di disturbi mentali, ma nel caso di Nijinsky si trattò di una malattia gravissima, inaspettata e impietosa, che spezzò letteralmente in due un’esistenza eccezionale, fino a quel momento immersa nel fervido clima culturale di primi novecento, ispirando (seducendo) poeti ed artisti. Una folgorante carriera durata appena una decade. A partire dal gennaio 1919, non fu più visto danzare in pubblico. Da quel momento la sua straordinaria figura si appiattì nell’icona del “genio-folle”: il suo genio trovò spiegazioni nella sua follia e la sua follia nel suo genio. “Un discorso circolare che si chiude in se stesso senza alcuna spiegazione. E che meritava di essere riaperto e meditato”, chiosa la professoressa.
Grazie alla distanza temporale e alla vasta documentazione clinica riportata alla luce, è possibile oggettivare gli errori operati inconsapevolmente dai vari psichiatri-psicoanalisti che lo ebbero in cura (in un’epoca nella quale non esistevano farmaci specifici ed efficaci per i disturbi mentali), senza riuscire a restituirlo al suo mondo e alla danza. Avrebbe potuto la psichiatria moderna contrastare un decorso così crudele? A questa domanda la professoressa Dell'Osso annuisce e aggiunge: “Il discorso su Nijinsky è in realtà un discorso a partire da Nijinsky. Il saggio consente di rivedere con occhi nuovi la biografia del ballerino, una sorta di prototipo di migliaia di altre esistenze simili (che affollano gli ambulatori della Clinica), meno note ma altrettanto sfortunate. E, in ultima analisi, finisce col riguardarci tutti, perché guida ad un’esame delle funzioni mentali su cui tutti noi confidiamo, che, se alterate, anche in assenza di una patologia mentale conclamata, compromettono gravemente l’adattamento psicosociale e la qualità della vita. L’ambizione è che Il corpo geniale - conclude - riesca ad avvicinare il grande pubblico, con l’espediente del caso celebre, alla realtà e alle concrete possibilità diagnostiche e terapeutiche della psichiatria di oggi. In una prospettiva più ampia, infine, il saggio getta luce sulla complessità della mente creativa nelle sue relazioni col corpo, con lo spazio e col tempo, in un cammino appassionante che si traduce in evoluzione culturale. Il prezzo, talora, è la malattia mentale e il compito della psichiatria è quello di minimizzare tale costo.”

Pisa, 11 novembre 2021

DellOsso.png Toschi_r.jpg