Il 22 febbraio è stato eseguito in Aoup un intervento molto complesso su una paziente cinquantottenne affetta da un tumore maligno della testa del pancreas che infiltrava i vasi mesenterici superiori (sia vena che arteria). La paziente aveva completato i cicli previsti di chemioterapia a intento neoadiuvante e, considerata l’età e la buona risposta al trattamento, è stata candidata all’intervento chirurgico al fine di asportare il tumore.
La paziente è stata sottoposta a una pancreasectomia totale con resezione di un segmento di arteria e vena mesenterica superiore e successiva ricostruzione vascolare. Come spiega il professor Ugo Boggi - direttore dell’unità operativa Chirurgia generale e trapianti - “da anni afferiscono al nostro centro numerosi pazienti (anche dall’estero) affetti da tumori al pancreas che infiltrano i vasi mesenterici superiori (in particolare l’arteria) e che necessitano di una pacreasectomia totale, nonostante il tumore sia localizzato solo nella porzione della testa per i rischi legati ad una possibile fistola pancreatica”.
“Nella nostra unità operativa – prosegue Boggi – vengono eseguite ogni anno circa duecento resezioni pancreatiche e nel corso degli anni è stata perfezionata la tecnica di resezione vascolare. Grazie anche alle cure oncologiche questi pazienti hanno raggiunto in alcuni casi una sopravvivenza superiore ai cinque anni dopo l’intervento chirurgico”.
Dopo l’asportazione completa del pancreas si instaura però un diabete instabile gravato da episodi di ipoglicemia alternati a picchi di iperglicemia che comportano difficoltà nella gestione a domicilio. Per questo motivo è stato ideato l’autotrapianto delle insule pancreatiche, allo scopo di mitigare gli effetti correlati all’asportazione completa del pancreas e permettere un miglior controllo glicemico nel periodo post-operatorio. Grazie alla collaborazione già attiva da alcuni anni con il Laboratorio cellulare (foto) dell’Ospedale di Ginevra, durante l’intervento chirurgico viene prelevata la porzione sana del pancreas (corpo e coda) e inviata al Laboratorio di Ginevra, dove viene processata per estrarre le insule pancreatiche, responsabili della produzione degli ormoni implicati nel controllo glicemico. Hanno partecipato all’intervento chirurgico la dottoressa Linda Barbarello e le dottoresse, assistenti in formazione, Virginia Viti e Veronica Gangi.
Il giorno successivo, a seguito di tutti i controlli di qualità previsti in questi casi, la paziente è stata sottoposta all’autotrapianto di insule pancreatiche. La procedura è stata eseguita dalla dottoressa Roberta Pisano e dal dottor Carlo Lombardo, mediante l’infusione delle insule nella vena porta tramite un catetere vascolare percutaneo sotto guida ecografica.
Il professor Piero Marchetti – direttore della sezione dipartimentale Endocrinologia e metabolismo dei trapianti d’organo e cellulari – assicura che “a distanza di due settimane la paziente sta bene, non ha mai avuto episodi di scompenso metabolico, le glicemie si sono mantenute nei limiti, con un minimo fabbisogno insulinico che nei prossimi giorni verrà azzerato”.