La Newsletter del Centro regionale sangue. Questo Natale fai un dono diverso

                                                                                                         NEWSLETTER CENTRO REGIONALE SANGUE
                                                                                                                         REGIONE TOSCANA
                                                                                                            OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE 2022
                                                                                                                                EDITORIALE

                                                                                                                           Un dono diverso
                        Quest’anno festeggiamo il Natale, e non solo, con un regalo alla comunità e a chi ha bisogno. Plasma e sangue aiutano chi li riceve e gratificano chi dona

di Cecilia Morandi
Se il colore sullo schermo del “meteo del sangue” del Centro Regionale è nero significa che siamo in emergenza per il sangue di quel gruppo specifico, se è rosso che c’è comunque un’urgenza, mentre il verde indica che c'è ampia disponibilità. La disponibilità di sangue in Toscana è tracciata minuto per minuto, ma ogni giorno la situazione può mutare. Non sta cambiando tendenza, invece, la progressiva decrescita del numero dei donatori di sangue e plasma
(attualmente sono 114mila). Nasce così la campagna di Natale di Unicoop Firenze e delle altre Cooperative di consumo del Distretto tirrenico che, su invito della Regione Toscana, si rivolge a tutti per un gesto di solidarietà che non costa nulla e ha un immenso valore. In una regione tradizionalmente generosa e sostanzialmente autosufficiente di sangue, il calo dei donatori ha una spiegazione principalmente demografica, come dice l’Assessore regionale alla Salute Simone Bezzini: «Sono più i donatori costretti a rinunciare a donare per raggiunti limiti d’età dei diciottenni che entrano nel sistema. Il calo delle nascite e l’aumento dell’aspettativa di vita fanno sì che l’età media in Italia sia di 45,7 anni, mentre nel 2050 sarà di 50,7».persone in età avanzata significa anche un maggior numero di patologie e quindi più bisogno di sangue e plasma, mentre la platea dei potenziali donatori si riduce. «Ecco che ci troviamo sempre più spesso in emergenza, costretti quindi a fare appelli, specialmente in estate quando donare, anche a causa delle alte temperature, può risultare più difficile, e molte persone sono in vacanza, mentre le malattie non vanno mai in ferie» aggiunge Simona Carli, direttore del Centro Regionale Sangue.

I nuovi italiani donano
Nemmeno i nuovi italiani, gli immigrati che scelgono di stabilirsi in Italia e che rappresentano circa il 10% della popolazione, riescono a riequilibrare la situazione. «Non è vero che non c’è predisposizione, perché la cultura del dono è presente in tutte le popolazioni, ma cambiano le modalità per fare arrivare il messaggio: ad esempio gli induisti aderiscono al sistema della donazione, se realizzano che si tratta di una buona azione che può aiutarli a sperare in una migliore reincarnazione nella vita successiva». Parlando con Carli si scoprono molte cose interessanti sulle comunità straniere che hanno scelto di risiedere in Toscana: fra i musulmani sono le donne maggiormente propense a donare sangue (circa il 60%), per gli albanesi invece una spinta notevole è arrivata dall’accordo di cooperazione internazionale per cui la parte degli emoderivati prodotti in Toscana, eventualmente in esubero rispetto alle necessità nazionali, viene messa a disposizione della sanità albanese.


Sangue o plasma?
L’invito dunque è rivolto a tutti coloro che sono nella condizione di poter donare sangue o plasma. Due infatti sono le possibilità: sangue intero, quello che serve per le trasfusioni - che avvengono più frequentemente di quanto si pensa -, e il plasma, cioè la componente liquida del sangue. Mentre nel primo caso il sangue prelevato viene separato in laboratorio e si ottengono globuli rossi, piastrine e plasma, per la plasmaferesi (la donazione del solo plasma) la separazione fra le varie componenti avviene al momento del prelievo: viene quindi trattenuta solo la parte liquida, mentre la parte corpuscolata è reinfusa nel donatore. La donazione del plasma risulta perciò meno pesante per l’organismo - e infatti devono passare solo 14 giorni fra una seduta e l’altra -, anche se richiede più tempo, fra i 35 e i 45 minuti, e forse per questo sono meno le persone che la scelgono. È però un contributo fondamentale alla comunità, perché dal plasma si producono albumina, antitrombina, immunoglobuline, fattore VIII e altri fattori per la coagulazione, farmaci spesso salvavita per la cura di persone che soffrono di problemi della coagulazione, di deficit immunitari, patologie neurologiche ed epatiche.

Identikit del donatore
Chi può donare? Tutte le persone fra i 18 e i 70 anni, con peso superiore ai 50 chilogrammi e in buono stato di salute. Ci possono essere però cause di esclusione temporanee o permanenti, le prime richiedono solo di aspettare un determinato periodo: ad esempio 7 giorni per chi ha fatto una cura antibiotica o interventi sui denti, 14 giorni dopo un’infezione, 3 mesi dopo un viaggio dove sono endemiche le malattie tropicali (6 per la malaria), 4 mesi dopo un piercing o un tatuaggio. Le cause di esclusione permanente sono legate principalmente a patologie, ad esempio quelle tumorali, anche se risolte. I donatori sono sottoposti ogni volta a un questionario, agli esami del sangue, a una visita di idoneità e possono usufruire di una giornata di riposo dal lavoro. Si dice che non ci sia persona più in salute di un donatore, perché il sangue donato viene analizzato e vengono segnalate eventuali criticità.

Testimonianze:


Io dono
Soukaina Bounif ha 22 anni e vive a Pontedera. Nata in Marocco, è in Italia da quando aveva quattro anni e da quasi tre è diventata una donatrice. «È iniziato tutto durante il Covid - racconta -. L’Avis si è rivolta alla comunità musulmana di Pontedera, spiegando l’importanza della donazione, e ho deciso di provare». Questa giovane donna che ha anche svolto il servizio civile nella stessa associazione, dona plasma e non sangue intero perché, spiega, «ho livelli di emoglobina bassi». Quando le chiediamo se la donazione le crea qualche disturbo, risponde: «Mi gira un po’ la testa immediatamente dopo, ma passa subito con una ricca colazione». Nonostante il fastidio, pur passeggero, non rinuncerebbe: «È bello, sono felice di aiutare altre persone. Donate, se potete farlo».

Io ringrazio
Alessandro Segato è un cosiddetto ricevente. Fiorentino, 55 anni, a 40 ha scoperto di avere una rara malattia - ne soffrono circa 6000 persone in Italia, fra cui tanti bambini -, l’immunodeficienza congenita primitiva, per cui il suo organismo non produce immunoglobuline a sufficienza per proteggerlo dalle infezioni, che possono essere quindi letali. Le immunoglobuline, che è costretto ad assumere ogni 14 giorni per infusione, si ricavano esclusivamente dal plasma e servono 350 donazioni per la cura di un anno. «Per chi soffre di queste immunodeficienze un donatore è una mano tesa sull’orlo di un precipizio. Chi compie questo gesto così semplice, ma importante, mettendo a disposizione di altri sangue e tempo, senza ricevere niente in cambio, è un eroe».

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tratto da Informatore 12/2022

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