Il 12 marzo si celebra la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. La Giornata vuole sensibilizzare la cittadinanza a una cultura che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità e cade in concomitanza con la Giornata europea contro la violenza sui sanitari indetta su proposta del Consiglio degli Ordini dei medici europei (CEOM), per assicurare una maggiore rilevanza ed efficacia alle attività di sensibilizzazione.
Proprio per prevenire e arginare le aggressioni ai sanitari, ieri, lunedì 11 marzo, è stato firmato un protocollo tra la prefetta di Pisa, Maria Luisa D'Alessandro, la direttrice generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria Pisana, Silvia Briani, e la direttrice generale dell'Azienda Usl Toscana nord-ovest, Maria Letizia Casani.
Qui di seguito gli articoli di Tirreno e Nazione relativi alla firma del protocollo.
[Il Tirreno] Aggressioni a medici e infermieri: a Pisa un pulsante per chiedere aiuto
L'intesa tra Prefettura, Asl e Aoup: sarà potenziata anche la vigilanza privata
Pulsanti anti-aggressione nei reparti a rischio, soprattutto nei pronto soccorso, videosorveglianza, aumento della vigilanza privata, e un canale diretto con le forze dell'ordine che concentreranno maggiormente la loro attenzione con passaggi giornalieri e notturni, in prossimità di strutture sanitarie pubbliche, per essere pronti ad agire in caso di richiesta. Sono queste le misure messe in atto per aumentare la sicurezza del personale sanitario in servizio nell'Azienda ospedaliero universitaria pisana e l'Asl nord ovest. Ma non solo: si punta ancora di più sulla formazione, su come disinnescare potenziali situazioni di conflitto e su varie campagne di comunicazione sul rispetto di medici e pazienti.
Ieri pomeriggio, in Prefettura a Pisa, la sottoscrizione di un protocollo d'intesa in materia di sicurezza per chi opera negli ospedali e tutelare ancora di più medici, personale infermieristico e socio sanitario, oggetto continuo di minacce ed aggressioni sul posto di lavoro. La firma è avvenuta tra la prefetta di Pisa, Maria Luisa D'Alessandro, la direttrice generale dell'Asl Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani, e la direttrice generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria Pisana, Silvia Briani. Un protocollo condiviso con l'obiettivo di rafforzare la collaborazione reciproca tra gli enti nella gestione degli episodi di violenza e prevaricazione. «Episodi che purtroppo - sottolinea Maria Letizia Casani - sono all'ordine del giorno nei reparti più a rischio degli ospedali toscani, tra cui quello pisano».
L'impegno sottoscritto, partito da un lavoro iniziato nel 2020, assume adesso, nel ricordo della psichiatra Barbara Capovani uccisa il 21 aprile 2023, la valenza di impegno concreto e inderogabile. «La finalità di quanto sottoscritto - prosegue la prefetta - è quella di contenere gli atti di maltrattamento e aggressione, mettendo in campo procedure e misure, sia organizzative sia strutturali, per identificare e segnalare prontamente comportamenti violenti nei riguardi del personale in corsia. Per raggiungere gli obiettivi sarà intensificata la vigilanza radio collegata tra le strutture sanitarie a rischio, come il pronto soccorso, i servizi di igiene mentale e dipendenze, con le pattuglie di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Un protocollo quindi che mira a tutelare chi opera nella sanità pubblica, intesa come risorsa preziosa per tutti.
[La Nazione] Stop aggressioni e violenze ai sanitari: vigilanza, pulsanti e più controlli
Firmato il protocollo in prefettura. «Incontri, formazione e collaborazione intensa tra tutti gli attori»
Vigilanza, pulsanti anti aggressione, più controlli mirati, ma anche incontri e formazione. «Perché si deve evitare che la violenza sfoci intervenendo prima». Firmato ieri in prefettura il protocollo «in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, per la gestione degli interventi urgenti nei casi di aggressione e di violenza nei confronti degli operatori del settore». Una firma voluta dal prefetto di Pisa Maria Luisa D'Alessandro con il direttore generale dell'Azienda Usl Toscana nord ovest, Letizia Casani, e il direttore generale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Silvia Briani. Un documento che fa seguito all'art. 7 della legge del 14 agosto 2020, n.113 «Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni» condiviso anche con le forze di polizia.
Il prefetto Maria Luisa D'Alessandro è partito proprio dal ricordo della dottoressa Barbara Capovani, a capo della psichiatria territoriale, a quasi un anno dalla sua scomparsa, uccisa davanti al reparto che dirigeva. «Aveva un approccio molto pratico, volendo risolvere i problemi, pur stando sempre dalla parte delle persone più deboli». «Sicurezza e sanità - aggiunge - sono le macchine che proteggono i cittadini. Siamo partiti dagli obiettivi più sensibili e le strutture più a rischio. Già previsto l'aumento della videosorveglianza, della vigilanza diurna e notturna, ma anche controlli mirati e corsi di formazione. I medici sono provatissimi».
«Grande soddisfazione» per la direttrice Casani. «A Pisa sottoscriviamo il primo dei 4 protocolli sul territorio. Le aggressioni sono in netto aumento. Nel 2023 oltre 500». In fase di attivazione «il pulsante anti-aggressione» in tutte le strutture, ora a Pisa è per le guardie mediche. Quindi il ricordo di Capovani rivolgendosi a chi ne «ha raccolto l'eredità, la dottoressa Simona Elmi (in sala tra i presenti, ndr)».
«Importante mettere in atto percorsi di prevenzione. Anche perché spesso a essere aggredite sono medici donne, e la violenza verso le donne è un problema del nostro paese», ha aggiunto Briani. Il questore di Pisa Sebastiano Salvo si è impegnato «a implementare i presidi di polizia già presenti negli ospedali», mentre il sindaco Michele Conti ha parlato di «una prima pietra posta per ridare speranza a coloro che hanno fatto grande la nostra sanità». Il presidente dell'ordine dei medici Giuseppe Figlini ha menzionato «i medici di famiglia e le guardie mediche che operano spesso in zone disagiate». Su questo Casani ha riferito che «si stanno cercando sedi meno isolate».