Il 25 novembre di Aoup

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata celebrata in Aoup alla presenza di Silvia Briani, Grazia Luchini e Grazia Valori, rispettivamente direttrice generale, sanitaria e amministrativa dell’Azienda, di rappresentanti delle Forze dell’Ordine e di tante associazioni cittadine.

Ha introdotto l’incontro Maria Carola Martino, responsabile del Comitato unico di garanzia, promotore della serie di eventi che fino al 18 dicembre sono stati organizzati proprio nell’ambito della Giornata.

Martino ha sottolineato come l’Azienda ospedaliero-universitaria da anni sia particolarmente attenta al tema della violenza sulle donne, “attenzione che si è concretizzata nella creazione di percorsi specifici per le donne che hanno subito violenza, ma anche con attività di formazione al personale”. Martino ha poi evidenziato come gli autori di violenza domestiche, “a differenza di quanto sostengono alcuni politici, non siano gli immigrati ma, nella stragrande maggioranza dei casi, uomini nati e cresciuti in Italia”.
È poi intervenuto Filippo Viola, tenente colonnello dei Carabinieri: dal suo punto di vista la rete regionale a protezione delle donne che hanno subito violenza è “al livello più alto, tra le regioni italiane, ad eccezione dell’Emilia Romagna”. E di una rete, ha proseguito, “c’è davvero bisogno, perché il problema della violenza, che nasce solitamente dall’interno del nucleo familiare, ha avuto un incremento negli ultimi cinque anni”.

Silvia Silvestri, presidente del “Consiglio cittadino per le Pari opportunità”, ha introdotto il tema della violenza economica, cioè della mancanza di indipendenza economica delle donne, e di quella digitale, di cui sono spesso autori i più giovani, inconsapevoli dei danni che possono causare, con linguaggio e foto, sui social media.
Ana Maria Mengue, presidente dell’associazione “Donne in Movimento”, si è soffermata sulle difficoltà che si incontrano nel trovare “case per accogliere le donne che hanno subito violenza” e sulle ulteriori difficoltà che incontrano le donne immigrate, del tutto prive di una qualche rete di sostegno.
Caterina Manganelli, vicepresidente della “Casa della Donne” di Pisa, ha ricordato come l’associazione avesse aperto “un centro antiviolenza ben trent’anni anni fa, quando ancora i reati contro le donne non erano del tutto codificati” e come la violenza contro le donne “colpisca anche i figli, spesso spettatori, in ambiente domestico, di violenze”.
Desiree Olianas, dell’associazione “Nuovo Maschile” di Pisa, ha spiegato l’importanza che ha la rieducazione, oltre alla condanna, degli uomini violenti. Alla sua associazione il tribunale affida uomini, spesso di livello socio-culturale medio-alto, cui non sempre è facile spiegare come alcuni comportamenti, per loro naturali, siano in realtà violenti.
È infine intervenuta Mojgan Azadegan, responsabile aziendale del “Codice Rosa”, che ha ricordato come, in tanti paesi del mondo, “non sia persino possibile festeggiare questo giorno dedicato alle donne che hanno subito violenza”.
C’è stata quindi una breve performance teatrale, molto apprezzata dal pubblico, a cura del “Teatro del ghigno”, che ha avuto come protagonisti Barbara Passeri e Pierluigi Zerbino.
Ai presenti il gruppo delle “Uncinettine di Porcari” ha donato fiori di vari colori da appuntare sugli abiti.
L’evento è stato patrocinato da: Comitato unico di garanzia, Programma Bollini rosa (ONDA), Comitato di Coordinamento aziendale Codice Rosa e Centro di coordinamento regionale per la salute e la medicina di genere.