A Pisa al via la sperimentazione clinica del vaccino italiano Reithera
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- Ultima modifica: Mercoledì, 24 Marzo 2021 12:28
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Il percorso che porterà ad avere un vaccino italiano fa tappa a Pisa. Nei prossimi giorni prenderà avvio nell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana la sperimentazione clinica di fase 2 e 3 per la valutazione di sicurezza, efficacia e immunogenicità del vaccino italiano per la prevenzione del Coronavirus promosso dell’azienda italiana Reithera Srl.
Lo studio, autorizzato da Aifa dal Comitato etico unico nazionale dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e dal Comitato etico di Area Vasta Nord-Ovest, sarà condotto nel Centro di farmacologia clinica per la sperimentazione dei farmaci dell’Aoup, all’interno del Dipartimento di area medica e oncologica diretto dal professore Mario Petrini, unico centro toscano dei 26 identificati a livello nazionale, sotto la responsabilità scientifica del dottor Giovanni Gori, sperimentatore principale dello studio clinico.
Collaboreranno alla sperimentazione come strutture di supporto le Unità operative di Malattie infettive, Laboratorio analisi chimico-cliniche, Medicina d'urgenza e Pronto soccorso e Virologia.
Venticinque anni di trapianto di fegato a Pisa: 2500 trapianti di fegato ad oggi
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- Ultima modifica: Giovedì, 18 Marzo 2021 15:44
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Venticinque anni di trapianto di fegato a Pisa, 2500 trapianti di fegato effettuati a Pisa ad oggi. 1996-2021: una storia non solo di donazione, medicina e chirurgia e avanzamenti di ricerca e di tecnologia ma anche di staffette di cuore e di solidarietà.
Il trapianto numero uno fu eseguito a Pisa il 3 gennaio 1996. “Il resoconto della storica notte è depositato nella memoria del professore Gianni Biancofiore, attuale direttore dell’Unità operativa di Anestesia e rianimazione trapianti – spiega il professore Paolo De Simone (foto), direttore dell’Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato -. La paziente era una donna di 56 anni che ricevette un fegato prelevato a Firenze da un donatore di 47 anni. Il trapianto numero 2500 è stato eseguito invece il 25 febbraio 2021 in un paziente di 66 anni, da donatore di 81. I dati illustrano già cosa è cambiato. Riceventi e donatori sono più anziani di quelli di 25 anni fa. Oggi trattiamo pazienti più anziani e trapiantiamo fegati più anziani. Mentre il donatore di 25 anni fa era un paziente vittima di trauma stradale, quello odierno è un individuo anziano ricoverato per patologia cerebrovascolare. In sintesi questi sono i più importanti cambiamenti epidemiologici”.
Cancro: predizioni personalizzate con prelievo di sangue. Nuovo studio multicentrico su Molecular Cancer
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- Ultima modifica: Mercoledì, 17 Marzo 2021 12:16
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Mentre l'evoluzione generale della malattia oncologica può essere prevista in base alle statistiche, il suo sviluppo nel singolo paziente deriva da fattori genetici ed eventi casuali specifici che ne definiscono la prognosi e le opzioni terapeutiche. Nella ricerca di biomarker-marcatori che ne possano predire più precocemente il decorso, l’analisi del genoma del tumore – la sede di tutta l’informazione che ne definisce le caratteristiche fisiologiche - finora si è dimostrata problematica a causa della difficoltà di ottenere tessuto tumorale per le analisi. Grazie alla collaborazione tra l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc), l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro), l’Università di Pisa (Unipi), l’Università di Firenze (Unifi) e l’Azienda ospedaliero universitaria pisana (Aoup) è stato messo a punto un innovativo metodo per il monitoraggio di pazienti oncologici mediante sequenziamento di terza generazione. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Molecular Cancer. “L’approccio adottato si basa sulla biopsia liquida: si parte da un prelievo di sangue per isolare il DNA circolante, un DNA molto danneggiato, caratterizzato da frammenti piccoli, derivante per lo più dalla morte delle cellule sane ma, nei pazienti oncologici, anche dalla morte delle cellule tumorali”, spiega Silvo Conticello del Cnr-Ifc e dell’Ispro, coordinatore dello studio.
Ginecologia Aoup: tecnica chirurgica innovativa senza incisioni. L'ospedale di Pisa fra i pochi centri al mondo a praticarla: dimissioni in giornata
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- Ultima modifica: Lunedì, 15 Marzo 2021 13:31
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Una tecnica chirurgica innovativa chiamata vNOTES (vaginal natural orifice transluminal endoscopic surgery), importata dal Belgio, che permette di eseguire interventi laparoscopici senza incisioni sull’addome, è stata sviluppata con successo nell’Unità operativa di Ginecologia e ostetricia 1 universitaria dell’Aoup, diretta dal professor Tommaso Simoncini (foto) posizionando così l’ospedale di Pisa fra i pochi centri al mondo a praticarla. Questa procedura è una variante delle tecniche che utilizzano accessi naturali per operare all’interno della cavità addominale, al fine di evitare cicatrici visibili e per ridurre l’invasività chirurgica per la paziente. In particolare, la vNOTES permette di intervenire su organi pelvici con strumenti laparoscopici (una telecamera e strumenti operativi) attraverso un’incisione sul fondo della vagina.
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